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IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO
ODONTOSTOMATOLOGICO
Gli individui affetti da D.E presentano numerose problematiche cliniche sin dalla prima infanzia, che si protraggono durante l'adolescenza e che comunque richiedono un follow-up per tutto il corso della vita.
Come si è detto le agenesie dentarie con il corredo di sequele che determinano,rappresentano il principale problema clinico per i pazienti stessi e per tutto il team odontostomatologico.
E' necessario un approccio graduale e atraumatico del piccolo paziente alle terapie odontoiatriche, al fine di ottenerne la massima collaborazione.La ridotta secrezione salivare comporta un rischio più elevato di patologia "cariosa":è indispensabile porre in atto sin dalla comparsa dei primi elementi dentari tutte le misure di prevenzione e controllo.

La necessità di ripristinare il più possibile un normale supporto dentario per consentire una adeguata attività funzionale dell'apparato stomatognatico e una normale vita di relazione ricorrendo all'uso di dispositivi protesici rimovibili.
La necessità di guidare la crescita cercando di preservare l'altezza facciale e adeguando continuamente i dispositivi rimovibili per non inibire la crescita stessa dei mascellari.
La pianificazione del trattamento deve essere eseguita con grande attenzione. È frequente riscontrare denti inclusi che possono essere morfologicamente alterati.
Nei pazienti con un maggior numero di elementi dentari esiste l'indicazione al trattamento ortodontico non solo a fini ortopedici (mantenimento della dimensione verticale facciale, eventuale espansione del mascellare superiore) ma anche per ottimizzare la posizione dei denti e consentire un posizionamento corretto degli impianti osteointegrati e la realizzazione di protesi fisse ottimizzate da un punto di vista estetico e funzionale
L'allestimento di dispositivi protesici fissi non può essere attuato fino alla fine della crescita, 16-18 anni per le femmine e 18-20 per i maschi, per non alterare la normale dinamica di crescita dei mascellari.
Le protesi dentarie parziali rimovibili che vengono adottate anche precocemente, necessitano di un continuo adattamento e rifacimento per non creare interferenze al normale dislocamento degli elementi dentari e al fisiologico rimodellamento dell'osso basale e alveolare.
Fin dalla crescita dento-facciale è possibile ricorrere all'inserimento di dispositivi protesici fissi supportati da viti endoossee osteointegrate (fixtures).L'impiantologia odontoiatrica consente oggi dì inserire le "fixtures"anche in zone critiche sia a livello del mascellare superiore che a livello della mandibola.
Inoltre la possibilità di ricorrere a tecniche di ingegneria tissutale ( innesti ossei, utilizzo di membrane, fattori di crescita, distrazione osteogenetica) consente di ottenere sufficiente supporto osseo anche nei casi più compromessi.
L'ortodonzista riferisce di un problema che accompagna spesso i bambini affetti da D.E., cioè la rarefazione del tessuto osseo mandibolare. Questo a causa della mancanza dei denti che nel soggetto sano tengono stimolata la parte favorendo il suo sviluppo.
A cosa serve un tessuto meno rarefatto? Un tessuto rarefatto e quindi più debole impedisce all'età giusta l'impianto dentale fisso perché troppo debole per supportarlo.per questo, riferisce sempre il medico, si sta tentando la strada della coltivazione tissutale, cioè si prelevano delle cellule ossee del bambino, si coltivano e successivamente si innestano sulla parte da impiantare e quando il tutto è solido si procede al posizionamento della protesi fissa nell'osso.
La protesi sarebbe più fissa, si eviterebbe l'effetto scivolamento, e verrebbe migliorata la capacità masticatoria.
Per ora il tutto è solo ricerca ma a breve la cosa sarà accessibile a tutti.
Ovviamente più persone malate si conoscono, più la nostra casistica aumenta, facendo migliorare anche i risultati.
Va detto che metodiche per una protesi mobile non sono metodiche o materiali particolari ma comuni a tutti i dentisti.
Va però detto che una cura cronica dei denti del bambino è indispensabile anche per salvaguardare il più possibile i pochi denti che può avere e lo stato della bocca.
Il bambino va seguito nel tempo e l'apparecchio mobile va cambiato frequentemente seguendo la crescita.
Un'attenzione particolare va messa nell'impiantologia, soprattutto per quel che riguarda le metodiche di innesto e i materiali usati oltre che ad un approccio corretto nel tempo.
Non bisogna dimenticare infatti che è una procedura complessa e spesso non ripetibile.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Gli scienziati studiano denti che possono ricrescere

3 maggio 2005
Gli scienziati della Londono University dicono che i denti finti possono diventare ur ricordo di altri tempi, grazie alla tecnologia delle cellule staminali.

Dei test ben riusciti sui topi indicano che la tecnologia può portare la gente a far ricerescere i propri denti.

Il team di ricerca del London Kings College ha ricevuto un premio di circa 700'000 euro per continure le ricerche, ed hanno findato una societa' privata, la Odontis, per sviluppare i loro piani.

Gli scienziati dicono che la tecnologia permettera' a coloro a cui mancano alcuni denti di riempire i vuoti senza fare ricorso a denti finti, ponti o impianti sintetici.

La tecnologia funziona prendendo dal paziente cellule staminali - "cellule master" che possono essere programmate per produrre vari tipi di tessuti. Le cellule vengono trattate e coltivate in laboratorio.

Dopo di che vengono reimpiantate nella mascella del paziente sotto la gengiva dove mancano i denti.

Il professor Paul Sharpe, capo della ricerca genetica che sta alla base di questa tecnica, ha detto alla stampa inglese che si sperava che in due mesi sarebbe nato un dente completamente formato.

Il professore dice che la tecnica e' stata provata con successo sui topi, e che ora si spera di testarla sugli uomini nei prossimi due anni.

Ma si suppone che ci vogliano almeno 5 anni prima che la tecnica diventi regolarmente disponibile per tutti.

I ricercatori stanno testando con successo cellule staminali prelevate da diverse parti del ciorpo, dal midollo spinale ed anche dai denti.

Il professor Sharpe, capo della divisione Craniofacciale e Biomateriali del Dental Institute al King's College dice che il prezzo finale non dovrebbe risultare superiore a quello corrente per un impianto sintetico, fra i 2000 ed i 3000 euro.

Dice il professor Sharpe:
"un vantaggio chiave della nostra tecnica e' che un dente vero e vivo preserva molto meglio delle protesi artificiali la salute dei tessuti circostanti.
I denti sono vivi, e possono rispondere ai morsi della persona. Si muovono e cosi' facendo mantengono la buoan salute delle gengive e dei denti."

Ulteriori dettagli possono essere trovati qui;
http://www.newscientist.com/article.ns?id=dn3643

http://news.bbc.co.uk/go/em/fr/-/1/hi/health/3679313.stm
Il ridotto numero di elementi dentari rende di importanza vitale ogni singolo dente: la perdita precoce di denti decidui e permanenti aggraverebbe ulteriormente l'atrofia dell'osso alveolare.
Una volta consolidata la diagnosi di agenesie multiple e di D.E. con l'ortopantomografia sono poi necessari nuovi controlli con radiografie indorali.
Una igiene orale scrupolosa associata alla prescrizione di colluttori al fluoro consentono una adeguata prevenzione.
L'assenza di elementi dentari anche decidui comporta delle conseguenze funzionali ed estetiche tali da rendere necessari degli interventi complessi e multidisciplinari sin dai primi anni di vita con problematiche anche in conflitto tra loro: